La Candelora è una ricorrenza cristiana che viene celebrata il 2 febbraio. È la festa liturgica della Presentazione al Tempio di Gesù chiamata anche festa della purificazione della Vergine Maria, o anche “giornata delle Cere”.
Il termine Candelora deriva da “candelorum” e indica, appunto, la benedizione delle candele.
Il motivo della scelta del nome Candelora si ravvisa nelle parole che Simeone rivolge a Gesù mentre lo ha tra le braccia e recita: “perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Luca 2,29).
Al riscatto del primogenito previsto dai precetti ebraici si associava la purificazione di Maria, considerata impura; Maria non avrebbe avuto bisogno di farlo, ma accettò in segno di umiltà e di obbedienza di sottoporsi al rituale.
La festa è chiamata Candelora perché in questo giorno si distribuiscono ai fedeli le candele benedette che accese hanno la funzione di difendere dalle calamità e dalle tempeste.
Secondo la tradizione le candele accese rappresentano la luce del mondo e simboleggiano Gesù Cristo che è “luce per illuminare le genti”.
I romani erano soliti accendere torce in onore di Giunone Februta, e potrebbe derivare da questa consuetudine la cerimonia legata alla Candelora.
A quei tempi, il significato legato all’accensione delle candele aveva due significati: uno legato all’insegnamento evangelico, l’altro collegato alla universale religione cosmica che il cristianesimo aveva accettato nella sua liturgia.
In epoca precristiana erano già presenti alcune tradizioni a carattere religioso, seppure aventi una valenza completamente differente correlata al momento di passaggio dal buio alla nuova luce.
Numerosi sono i proverbi sulla Candelora. A Bologna si usa dire: Al dé dl’Inzariôla, o ch’al naiva o ch’al piôva dal invêren a sän fòra, mo s’ai é al suladèl a in arän anc pr un msarèl, che tradotto significa “Il giorno della Candelora, che nevichi o piova, dall’inverno siamo fuori, ma se c’è il sole ne avremo ancora per un mesetto.
A Padova il proverbio recita così: se ce sole a candelora del inverno semo fora, se piove e tira vento del inverno semo dentro.
In molte zone della Lombardia si usa dire: A la Madona de la Sciriœura dol inverno a semm da fœura ma s’al fioca o al tira vent quaranta dì a semm anmò dent che tradotto in italiano diventa: Alla Madonna della Candelora dall’inverno siamo fuori, ma se nevica o tira vento quaranta giorni siamo ancora dentro.
In Toscana, invece, un antico proverbio recita l’esatto contrario di quelli del Nord Italia: Se piove o se gragnola dell’inverno semo fora …