
Un piano in 318 pagine con l’indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno: è la bozza del Recovery Plan italiano che domani sarà sul tavolo del Cdm. Il Piano “comprende un ambizioso progetto di riforme” con “quattro importanti riforme di contesto – p.a, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza”. Ci sono poi la “modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi” e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale. “Il Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”, scrive Mario Draghi nell’introduzione al Pnrr, nella bozza in ingresso in Cdm.Giovedì 22 si è svolta a Palazzo Chigi la riunione del premier e del ministro dell’Economia Daniele Franco con i capidelegazione e i ministri coinvolti sul dossier Recovery. Ecco cosa prevede la bozza.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ammonta complessivamente a 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi di fondo complementare. È quanto emerge dalle tabelle inserite nel documento che il Cdm dovrebbe esaminare. Il Pnnr prevede sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 miliardi; istruzione e ricerca con 31,9 miliardi; inclusione e coesione con 19,1 miliardi; salute con 15,6 miliardi.
Nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, si legge ancora nella bozza messa a punto in vista del Cdm. La crescita media del Pil tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019. Viene indicato l’obiettivo di incrementare la produttività attraverso innovazione, digitalizzazione, investimenti in capitale umano.
Le sei missioni del Pnrr saranno accompagnate anche da due riforme strutturali della giustizia e della Pubblica amministrazione, prevede una bozza elaborata in vista del Consiglio dei ministri. Gli ostacoli agli investimenti nel Paese “risiedono anche nella complessità e nella lentezza della Giustizia“, che “mina la competitività delle imprese e la propensione a investire nel Paese: il suo superamento impone azioni decise per aumentare la trasparenza e la prevedibilità della durata dei procedimenti civili e penali”, sottolinea la bozza del Pnrr.
Le riforme dei processi civili e penali, del Csm e della giustizia tributaria: queste le principalli misure indicate per la giustizia nella bozza del Pnrr. Sono previsti anche interventi sull’organizzazione della macchina giuiziaria, a cominciare dall’Ufficio per il processo, un team di personale qualificato di supporto al giudice, per agevolarlo nelle attività preparatorie del giudizio.
La riforma per la semplificazione “abroga o revisiona leggi che ostacolano la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la Pa; interviene sulle leggi in materia di Pa, di contratti pubblici, su norme di ostacolo alla concorrenza, su regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi. È potenziato il Dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio e presso la presidenza viene costituito un Ufficio per la razionalizzazione e semplificazione delle leggi e regolamenti”. L’ufficio sarà istituito col decreto semplificazioni.
Per la pubblica amministrazione – si legge nella bozza del Pnrr – la realizzazione del programma di riforme e investimenti si muove su 4 assi: Accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale; Buona amministrazione, per semplificare norme e procedure; Competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna; Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme