
Sono i licenziamenti, il precariato, la sicurezza sul lavoro e la cittadinanza i temi al centro dei cinque referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno.
Si voterà domenica 8 dalle 7 alle 23 e lunedì 9 dalle 7 alle 15, mentre per gli italiani all’estero è previsto il voto per corrispondenza.
Per abrogare le norme in discussione si dovrà tracciare una croce sul “Sì”. I risultati saranno validi, come per tutti i referendum abrogativi, solo nel caso venga raggiunto il quorum, cioè se andrà alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto. Per ogni quesito ci sarà una diversa scheda elettorale e il quorum verrà calcolato separatamente per ognuno: significa che alcuni quesiti potrebbero raggiungere il quorum e produrre effetti, altri no.
Licenziamenti illegittimi – Il quesito recita: “Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?”.
Licenziamenti nelle piccole imprese – si tratta dell’indennizzo per i licenziamenti nelle piccole imprese, con meno di 15 dipendenti; in caso di licenziamento illegittimo possono ottenere solo sei mensilità di risarcimento. Il quesito propone di abrogare queste disposizioni e lasciare al giudice il compito di determinare il giusto risarcimento, senza fissare alcun limite.
Contratti di lavoro a termine – La proposta è di eliminare le norme che permettono di stipulare contratti a termine senza una causale. L’obiettivo è favorire la stabilità occupazionale rendendo sempre obbligatorio giustificare la necessità di un contratto precario invece di uno a tempo indeterminato, spiegandone i motivi (stagionalità, progetto specifico, bisogno temporaneo).
Appalti e sicurezza sul lavoro –L’oggetto è la responsabilità solidale nei contratti di appalto: si punta a far sì che il committente sia responsabile in solido in caso di infortunio subìto dai dipendenti delle imprese appaltatrici e subappaltatrici, anche per i danni legati a rischi specifici propri delle loro attività.
Io voterò 5 Sí perchè queste norme vengano abrogate, quindi cancellate, ponendo un forte disincentivo, quindi uno stop, ai licenziamenti privi di giusta causa, e non solo.
Votando sì ,si chiede di reintrodurre l’obbligo di indicare una causale produttiva che giustifichi la temporaneità del rapporto di lavoro, come disciplinato e previsto dai contratti collettivi per stipulare, prorogare e rinnovare qualunque contratto a tempo determinato, confermando comunque la durata massima di 24 mesi.
Votando il Sí si ripristina la completa “responsabilità solidale” che disincentiverà le imprese a rivolgersi ad appaltatori non affidabili e non in regola con le norme antinfortunistiche.
Votando Sí sulla Cittadinanza Italiana non si modificheranno tutti i requisiti richiesti (la maggiore età, non aver commesso reati, avere un reddito adeguato, rispettare gli obblighi fiscali, conoscere la lingua italiana ecc) ma solo il fatto di poter fare la richiesta dopo 5 anni di residenza e cominciare il lungo iter di acquisizione che oggi può durare fino a 15 anni.
Annalisa Capaldo