
Inutile nascondersi dietro ideologie o ideologismi, il patriarcato è il vero problema di sempre!
E non lo dico perché sono femminista, comunista e sociologa. Lo affermo perché è semplicemente la verità.
Basta arrancare posizioni errate e spiegazioni fuorvianti :l’ignoranza, i toni disarmati, il non prendere posizioni nette, lo stare nel mezzo, minimizzare, non sono più accettabili.
Fatela finita e chiamate le cose con il loro nome!
In sociologia, il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini anziani del gruppo detengono in via esclusiva il potere nella società, tanto nella sfera domestica, quanto in quella pubblica, in termini dunque di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata.
Ecco perché dobbiamo cambiare dalle fondamenta il modo di educare i maschi dal momento che ” é sempre l’uomo che ti ama(va) quello che ti farà del male, fino ad ucciderti”. In proporzione assolutamente maggioritaria, tra i due generi è quello maschile ad ammazzare, ecco perché ci si rivolge solo alle donne dicendo loro di non andare all’ultimo appuntamento, di scappare al primo segnale di aggressività, di portare sempre con sé lo spray al peperoncino, di fare corsi di autodifesa, di imparare i segni per far capire che si è in pericolo, di mandare a memoria le frasi da dire quando si ordina la pizza e comunicare a chi ascolta di chiamare la polizia. Insomma il problema sono gli uomini. Non tutti, certo, ma molti. Allora l’obiettivo è quello di indurre gli uomini che non sono misogini a sfidare gli uomini che lo sono: abbiamo bisogno di uomini che dicano: “Ehi, non è divertente. Quello che hai detto potrebbe coinvolgere mia sorella, o un’altra donna che mi è cara. Non potresti scherzare su qualcos’altro? Non apprezzo questo tipo di discorsi”. Il consenso, la minimizzazione della violenza maschile sulle donne, anche verbale, passano attraverso il silenzio e l’omertà dei comportamenti quotidiani degli uomini, comportamenti apparentemente inoffensivi che però entrano sotto pelle e costituiscono l’ossatura della corazza patriarcale che ingabbia e stritola corpi e menti, fino a costruire negli uomini, sin da piccoli, la convinzione che le donne siano di loro proprietà, esseri minori da manipolare, sottomettere fino a ucciderle. Di questo si discute da decenni tra donne, nei convegni, negli incontri, nelle formazioni, in occasione di eventi dove però, se si tocca questo argomento, gli uomini sono sempre pochi, troppo pochi.
Noi madri dei figli maschi io ne ho due, dobbiamo cambiare alle fondamenta il modo di educarli fin da piccoli, a considerarsi, come le femmine, portatori di gentilezza, premura, sensibilità, cura e non solo muscoli. Senza questo lavoro di smantellamento dei pregiudizi, degli stereotipi, del sessismo inconscio e della misoginia, che deve iniziare dai primi anni di vita dei bambini non faremo che continuare a piangere donne massacrate, persino incinte, uccise da uomini normali e perbene.
Annalisa Capaldo