
Una vicenda poco chiara, oppure troppo. Ancora lo zampino di quel “guastafeste” dell’Arancione, il consigliere Francesco Carotenuto. La prestigiosa (almeno lo fu) struttura, Real Polverificio Borbonico, non sarebbe più nelle mani del Comune di Scafati visto che il Demanio dello Stato ne ha acquisito la titolarità.
E’ tutto riportato nel documento relativo alla risposta emanata dallo stesso Palazzo Mayer, esattamente il “Settore VIII – Patrimonio e Beni Confiscati, a firma dell’Ingegnere Angelo Maresca. Al punto “Questione 1”, dove sostanzialmente si chiede che fine abbia fatto il Polverificio, la risposta è – “Il Real Polverificio Borbonico è tornato nelle titolarità del Demanio dello Stato… viene comunicata la decadenza dell’accordo tra la Soprintendenza e il Comune di Scafati…”
La cosa assume contorni almeno grigi. Il procedimento sarebbe stato notificato, sempre secondo atti, già il 2 Febbraio scorso. Eppure, soltanto alla fine di Gennaio, un nota del sindaco Aliberti, pubblicata dalla nostra redazione, annunciava un mega accordo con Regione, Demanio, Ente Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno e Università degli Studi di Salerno. Patto che avrebbe fatto rientrare la struttura nell’ambito del Parco Archeologico di Pompei. Addirittura, il 27 Marzo, era stato promosso un bando per l’affidamento in concessione temporanea di un’ampia porzione del complesso Borbonico che, tra l’altro, scade domani (10 Maggio) alle 23:59.
Che fine ha fatto o farà il Bando e perché è stato indetto nonostante fosse giunta già la notifica della Sovrintendenza? Il 27 Gennaio, Aliberti proclama il mega accordo con Agenzia del Demanio, Regione Campania, Ente Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno e Università degli Studi di Salerno, per la riqualificazione della struttura e invece, appena 6 giorni dopo, arriva la mazzata che toglie dalla titolarità del comune la prestigiosa struttura? E… come mai (imbarazzo a parte) non è stato comunicato a suo tempo ? Sui motivi dell’intervento a gamba tesa della Sovrintendenza, la risposta, dagli atti, sarebbe riconducibile ai mancati interventi di manutenzione della struttura per i quali il Ministero della Cultura potrebbe richiedere anche un risarcimento. Intanto attendiamo risposte.





