
Nella vita capita che episodi dolorosi e spiacevoli cambino o modifichino parzialmente il cuore e l’animo delle persone buone.
Le cattiverie lasciano un segno profondo, scavano solchi nella personalità di ognuno, avvizziscono la bontà e la purezza di chi un tempo non conosceva minimamente la malvagità.
Si diventa aridi e freddi, incapaci di provare compassione dopo aver ricevuto azioni e gesti spregevoli e il rancore si avvinghia alla carne ineluttabilmente.
Quando ci si trova nel bisogno e una persona di famiglia ci volta le spalle, ci nega l’aiuto, ci sbatte la porta in faccia è impossibile fare finta di nulla.
Tutto e niente in quel momento sembra accadere ma col tempo ci si accorge che non si è più la brava persona di una volta: ci si sforza di perdonare e di voltare pagina, di non diventare come loro, invece senza volerlo e senza accorgersene l’odio più brutale si è già impossessato di noi.
Tutto e niente sembra essere cambiato nonostante il tempo passi, le persone invecchino e nuove vite nascano; ai propri figli si vorrebbero dare solo esempi di virtù, di altruismo, di perdono e si finisce per mostrare loro la pantomima di noi stessi.
Come un vulcano a lungo sopito all’improvviso si assiste ad una violenta esplosione di odio, covata per anni sotto la cenere, una scintilla fa divampare il fuoco dell’acredine più bieca ed insopportabile.
Si finisce per odiarsi per essere capaci di non provare più compassione e misericordia e non ci si riconosce più: anzi nessuno riesce a capire come sia stato possibile che proprio la persona più buona sia potuta diventare così meschina.
Le delusioni e la sofferenza, le ingiustizie subite senza meritarsele trasformano il buono in cattivo, il miele in veleno, i fiori in letame.
Tutto e niente accade in seguito alla conoscenza delle azioni di megere e mostri dalle sembianze umane.
Ci si guarda allo specchio e come il quadro di Dorian Gray si osserva un repentino sfiguramento del proprio io: a quel punto si vorrebbe distruggere ciò che si è diventati, tornare indietro, ridiventare la bella persona che si era, ma è impossibile.
Spesso sono solita affermare che per riuscirci bisognerebbe sottoporsi ad un elettrochoc!
Eppure il Cristianesimo predica proprio questo: il porgere l’altra guancia al nemico, il saper perdonare e continuare a fare il bene anche a chi ci ha fatto del male; giungere a questo livello rappresenterebbe il raggiungimento di un livello superiore, qualcosa che ci farebbe somigliare a Dio, accostare alla perfezione.
In pochi evidentemente ci riescono.
Annalisa Capaldo