Non sembri irrispettoso il paragone. Il Tony Momrelle dell’altra sera al Castello Fienga di Nocera è sembrato per certi versi paragonabili al Momrelle di Lugano Festival del 2016. Certi gli anni passano, la vita cambia, tra quella esibizione e l’ultima è passata una vita di eventi generali e personali. Però…Tony resta una delle voci più interessanti della scena soul jazz londinese. Dopo aver calcato i palcoscenici più prestigiosi del mondo come voce solista maschile degli Incognito, dopo essersi esibito al fianco di calibri da ’90 come Sade ed Earth Wind & Fire, benedetto fu il giorno in cui decidette di dedicarsi interamente ed unicamente alla sua carriera solista, grazie anche alla sua innovativa vena compositiva.
Con quel fantastico timbro così sorprendentemente steviewonderiano, una voce dal tono rauco. Un paragone impegnativo, ma anche molto calzante, visto il suo inconfondibile timbro e la sua eccezionale capacità di modulare la voce come uno strumento. Il suo talento è stato scoperto all’inizio degli anni Novanta da Gloria Estefan, icona della musica latinoamericana, mentre cercava dei coristi per un album che stava incidendo all’Olympic Studios di Barnes, a sud di Londra. La cantante rimase impressionata dalle doti vocali di Tony Momrelle, che allora aveva solo diciotto anni, studiava Marketing e ancora non pensava che avrebbe avuto un futuro di successo nel mondo della musica.
«Ho capito allora che forse avrei avuto una seria possibilità di cantare -ha dichiarato Momrelle- Ero consapevole del rischio, ma sapevo anche che ne sarebbe valsa la pena. Non me ne sono mai pentito». Da allora l’artista inglese ha accompagnato in tour star del calibro di Whitney Houston, Sir Elton John, Celine Dion, Janet Jackson, Gary Barlow, Andrea Bocelli, Gwen Stefani, Gabrielle, Robert Palmer, e più recentemente Sade, nel suo trionfale tour 2011-2012.Tony ha debuttato come solista con l’album «Freetime» nel 1999, seguito a dieci anni di distanza da «Message In The Music». Nel 2002 il suo talento e le sue doti di entertainer non sono sfuggite a Jean-Paul Maunick, da tutti conosciuto come Bluey, mente e cuore degli Incognito fin dal lontano 1979, anno di esordio della band con l’eccellente album «Jazz Funk». Da allora Momrelle è diventato uno dei punti di forza degli Incognito, sia dal vivo nei lunghi tour mondiali che in studio di registrazione. La sua voce ha impreziosito gli album «Life. Stranger Than Fiction», «Who Needs Love», «Adventures In Black Sunshine», «Eleven», «Bees+Things+Flowers», «Tales From The Beach» e «Transatlantic RPM».
Lo salutiamo, applaudendo Rising Up.