Il tema della genitorialità delle persone omosessuali è diventato, negli ultimi anni, argomento di forte dibattito.
Il focus di tale articolo non è quello di discriminare, ma rispettare l’essere vivente, in quanto persona!
Quando si discute di argomenti così delicati bisogna seguire alcune semplici regole comportamentali:
- Rispettare le scelte personali dell’individuo, generate dalle proprie convinzioni etiche e morali, condivisibili o no.
- Parlare con cognizione di causa, portando, a sostegno della propria tesi, dati oggettivi.
L’opinione pubblica, davanti all’immagine di genitori omosessuali rimane sconcertata.
Le famiglie omosessuali rappresentano una trasformazione della società, quando qualcosa si trasforma, spaventa.
Ci ritroviamo, sul campo, da una parte i guelfi e dall’altra i ghibellini. Da una parte vi sono i sostenitori che chiedono la parità di diritti per le persone omosessuali, dall’altra vi sono gli oppositori che si richiamano a principi morali e religiosi.
Ma la scienza dove si schiera?
La scienza non si schiera, la scienza afferma.
Innanzitutto, la convinzione che gay e lesbiche non possano essere genitori idonei non ha alcun fondamento empirico.
Non esistono evidenze scientifiche dalle quali emerga che una famiglia adottiva omosessuale possa – in quanto tale – procurare situazioni di disagio a un bambino.
L’orientamento sessuale dei genitori non influisce sulla qualità delle relazioni familiari o sullo sviluppo dei figli.
Ciò che sicuramente ha un effetto negativo sulla crescita del bambino è lo stigma sociale, cioè l’omofobia, il pregiudizio della società, verso queste coppie. L’odio della società che emargina, giudica allontana la diversità.
L’APA (American Psychological Association) ritiene che i bambini, cresciuti da una coppia di genitori dello stesso sesso debbano beneficiare dei legami giuridici con ciascun genitore, sostenendo la tutela delle relazioni genitori-figli.
I minori, per il raggiungimento di un ottimale sviluppo socio-emozionale e cognitivo, hanno bisogno di relazioni sicure e durature con adulti coinvolti emotivamente, competenti e capaci di dare cure, a prescindere dal loro orientamento sessuale.
Compito della società è tutelare il minore, quindi tutelare la relazione.
L’adozione è un inter impegnativo, sia livello di tempo, sia a livello economico e anche psicologicamente.
Compito della società non è sentenziare sull’adottante, ma tutelare l’adottato, qualunque sia la sua famiglia, omo o etero, la società deve assicurare le migliori condizioni affettive, sociali ed educative, nel rispetto delle differenze che esistono fra le persone.
Questa assicurazione implica anche una parità dei diritti.
Mi sembra opportuno ricordare: l’omosessualità non è un disordine psicologico, non è una malattia, non c’è alcuna prova affidabile che l’orientamento omosessuale possa di per sé compromettere le funzioni psichiche.
Ciò che può causare, sicuramente, danni psicologici è l’esposizione al pregiudizio e alla discriminazione, come accade per i disabili e le persone in condizioni socio economiche svantaggiose.
La famiglia funzionale è quella costituita da relazioni che offrono cura, protezione, sicurezza, sostegno e supporto. La famiglia è quella in cui gli affetti sono positivi e amplificano gli effetti dell’amore e della cura.
Le ricerche suggeriscono che i genitori omosessuali sono competenti tanto quanto quelli eterossessuali nel provvedere ad un ambiente solidale e salutare per i loro bambini
Oggi, parliamo tanto di “competenze genitoriali”, accendiamo la tv e apprendiamo di tante coppie eterosessuali che possiamo definire in tanti modi ma non “genitori”, eppure, l’idea che un bambino possa crescere circondato d’amore ci inorridisce, solo perché quell’amore è donato da una coppia dello stesso sesso.
Allora, personalmente, mi chiedo: se una coppia omosessuale può offrire un ambiente sereno, amorevole, accogliente e supportante, perché dobbiamo negare, noi società, questa opportunità a un bambino?
Articolo a cura di Carmen Fortino
Psicologa, Criminologa,
Psicosessuologa, Psicodiagnosta,
Psicoterapeuta a indirizzo Strategico in formazione
Bibliografia
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