
La notte prima del primo giorno di scuola dormo poco. L’adrenalina sale a livelli altissimi. Stanotte non ho quasi dormito. Quali parole scegliere, i toni con cui accompagnarle, le pause ad arte, gli occhi che sbrilluccicano, la severità del momento istituzionale e, dopo un attimo, una battuta inattesa e giù tutti a ridere. Sarà mostrare il percorso arduo, l’impresa difficile ma possibile, da fare insieme e con ogni sforzo necessario. Sarà infondere meraviglia negli sguardi ed in quelle favolose menti di adolescenti, accendendo la curiosità, con il brio e la follia di chi nel sapere si è perso e sempre ritrovato.
Tra poche ore si inizia. Di un nuovo, atteso inizio. Finalmente! Lo sforzo è feroce, la paura abissale, ma il primo giorno di scuola al “mio” G. B. Vico di Nocera, con un contratto a tempo indeterminato, rappresenta ciò che, dentro di me e senza raccontarmelo, ho da sempre desiderato. Resto però precaria dentro, di vagabondaggi intellettuali ed inattuali, peregrina di luoghi dello spirito misconosciuti, perché scomodi, tossici o forse troppo distanti dalla comfort zone che abitiamo solitamente. Che sia un anno scolastico intellettualmente maleducato, per me ed i miei allievi. Che gli Dei ci assistano. Buon anno scolastico, Cherie! [Il vero colpevole è Salvatore Lando, che, esimio professore di filosofia al liceo, mi infuse questa insana passione].