
Da impressioni di settembre alle elezioni di settembre, seguendo un tracciato da tutto deciso o quasi, non lo spartito della Pfm ma quello del Rosatellum. Il vincitore esiste già: il popolo dei non votanti, avrà una percentuale certamente superiore a quella della coalizione annunciata come vincente. Non sarà uno spettacolo di democrazia ma una sorta di ribellione alle storture di una democrazia come la nostra, che consente di andare a votare appena tornati dall’ombrellone, con una legge elettorale da farsa, con bandierine piazzate dai partiti per ogni collegio d’Italia.
Poi ci sarebbe dell’altro: la coda di Pandemia, una guerra in corso che si prospetta tosta e lunga, le pesanti conseguenze per aziende e cittadini semplici, l’interrompere un lavoro che rimaneva e rimane su alcuni punti discutibile ma che è stato portato avanti nel segno di acquisire dall’Europa risorse notevolissime e fondamentali per gli anni che verranno. I comizi di questi giorni sono da libro di sogni, quasi da tutte le parti: meno tasse, più posti di lavoro, scostamento di bilancio, pensioni alle casalinghe. Con l’aggiunta di visioni estremiste e populiste che fanno sorridere (chi le adombra non arriverà manco a sedersi in parlamento). Tutta roba che alimenta e irrobustisce il partito del non voto, che non si riconosce in alcun partecipante alla contesa del 25 settembre e che non crede affatto nel libro dei sogni, al massimo va a giocare la bolletta per non finire in bolletta a causa di una super bolletta (energetica).
Chi vincerà, al massimo rappresenterà la maggioranza di una minoranza: faccia tesoro dei numeri in questione e prenda decisioni, dalla composizione del governo ai primi necessari interventi riguardanti l’economia e la vita degli italiani. La maggioranza degli italiani non si riconosce e non si riconoscerà in alcun tipo di vincitore. La minoranza che si recherà alle urne, magari correrà dietro alla moda: Meloni oggi come Salvini e Grillo ieri come Renzi l’altro ieri. Per la serie abbiamo provato tutto, proviamo quest’altra.