Ma che cos’è un film di Alberto Sordi esclamerebbe di nuovo Moretti. Peggio, siamo precipitati al buon Pappagone con le elezioni settembrine che disegnano scenari inquietanti e ridicoli allo stesso modo. In principio fu il Rosatellum a confondere le già poche idee italiane su cosa, come e chi andare a votare. Il resto l’ha fatto la politica. Reduce da una serie di parziali vittorie amministrative, Letta ha spinto la sua voglia di rivalsa fin troppo avanti, fino a fidarsi di Calenda, uno che cambia idea non si sa quante volte al giorno.
Contemporaneamente ha scongelato Fratoianni e tale Bonelli dall’anonimato politico assoluto. Poteva reggere un’intesa del genere ? Non poteva, infatti Calenda ha cambiato idea e l’ha detto in tv. Ora arrivano sberleffi da Renzi e Conte, altro che campo largo, questo sembra il campo degli inesistenti zecchini d’oro che il Gatto e la Volpe promettevano a Pinocchio. Aspettiamo soltanto le orticarie, cioè le parlamentarie a 5 stelle per completare il quadro che consegnerà il Paese ad un centro-destra mai così sicuro di vincere come adesso (basta approfittare degli strafalcioni altrui e tenere incollata una coalizione litigiosa ma a bassa voce). Non ci resta che concederci a Fratelli d’Italia, al momento però ad Arbasino e non alla Meloni (che pur apprezziamo). Il libro cult di Arbasino era prosa leggera solo all’apparenza. Attraversata segretamente punte di lirismo quasi tragico, continui scatti, ellissi, citazionismi, e, in barba ai tecnicismi critici della narratologia e del formalismo. All’inferno ci va chi ci crede, una delle frasi del libro, da rileggere oggi e da regalare a politici ormai messi alla berlina dalle loro scelte, le loro dichiarazioni, il patetico ricorso ai social: spiegare al Paese quel che sta accadendo sembra impresa titanica.