Dissento fortemente dai vari modi forzati d’interpretazione, partendo dal banale MERITIAMO L’ESTINZIONE e arrivando fino alla CATTIVERIA AUMENTATA oppure LA PANDEMIA MI HA FATTO CAPIRE DI CHI FIDARMI E DI CHI ELIMINARE. Se permettete, sono tutte fesserie per giustificare le nostre paure, le nostre diffidenze, i nostri lati peggiori del carattere. Peggiori, mediamente, lo eravamo già prima del virus: nulla c’è stato iniettato di nuovo. Sbagliati come Paese Italia, nelle nostre comunità, nelle famiglie, nei rapporti sociali e persino in quelli sentimentali.
Fino a quando, in tutti questi ambiti, prevarrà il “particulare”, l’interesse gretto, il pur non disprezzabile Dio denaro, il fare le scarpe agli altri, lo sparlare dietro, la pietosa bugia e l’adeguarsi al sistema sbagliato, il raccomandarsi per le faccende proprie eccetera eccetera, nulla cambierà a questo mondo, manco le profezie sulla fine del mondo stesso. In quanto ai tanti dibattiti in corso su costituzione e libertà, diritti e restrizioni, c’è altro da aggiungere e sottolineare secondo noi.
La libertà va inseguita come diritto fondamentale nel piccolo prima che nel grande, ogni giorno in tutti i rapporti possibili e immaginabili: tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra capo ufficio e sottoposto, tra cittadino e pubblica amministrazione, tra operaio e padrone e così via. Alzando la testa sempre e comunque, non quando ci pare e piace. Sempre e comunque, non quando ci fa comodo o quando nascondiamo le non libertà di ogni giorno con lo sbandierare una libertà che va bene per noi singolarmente. Da pannelliano e quindi sommamente libertario e fautore per una difesa strenua dei diritti inviolabili ma anche semplicemente dei diritti (difesa che passa necessariamente anche per i doveri), mi sento di affermare in questa fase di non gridare al vento libertà libertà, anzi di riflettere prima, eventualmente, di farlo (in tutta libertà ovviamente).
Dietro chi grida in modo esasperato, il più delle volte scoprirete piccole miserie umane, capricci da bambini mai cresciuti, narcisismi con bugie patologiche associate e persino, se il grido risulterà alla fine vano, il tentativo ad ogni costo, specialmente potendoselo permettere, di aggirare o superare la legge che non piace, magari con qualche pezzotto che per nobiltà di espressione chiameremo salvacondotto. Quindi non un grido di libertà in favore di tutti ma in realtà un grido di libertà che fa comodo al momento e che rende persino protagonisti sui social per il celeberrimo quarto d’ora di notorietà (ci sono nobili eccezioni ma la media è questa).
Ma poi protagonisti di cosa ? Del nulla che si mischia col niente e spesso va a rifugiarsi sui covi di Telegram dove si lanciano sentenze su il transumanesimo (mai una riflessione troverete su «La gente nuova e i sùbiti guadagni orgoglio e dismisura han generata) non trovando adeguati seguaci su Facebook, tanto per fare un esempio mediatico (sul re dei social ormai la gente ha le palle piene di post e link del genere, basta guardare i numeri delle visualizzazioni). Il nulla che vuol restare sempre al centro dell’attenzione (dalla politica all’associazionismo passando per la combriccola). Il nulla di nuovo sotto il sole. Il virus non c’ha reso peggiori: lo eravamo già. E manco ha diviso le famiglie: quelle erano in maggioranza ampiamente minate dietro i sorrisetti di rito. Evitate, è il consiglio che vi offro in una domenica fredda ma col sole, di assecondare chi grida alla libertà di questi tempi ma che in realtà, nella vita vera (la sua vita), non è in grado manco di starnutire senza l’autorizzazione altrui (e in quel caso tace e non starnutisce). Attenzione, questo sì, ai fattori di rischio di ampia portata: peggiora l’economia legale, si arricchisce quella legale, si torna a sparare o a intimidire, le mafie varie non si fanno sfuggire l’opportunità per nuove imprese andanti oltre la droga e il riciclaggio. Ma mica ci meravigliamo ? No, però cerchiamo di andare oltre, di fare altre scelte, al di là della pandemia, scelte vere, non di comodo o di maschera. Concludiamo non da anziani ma da Jovanotti: E poi magari un sabato di maggio Ad una stella chiederò un passaggio. E a tutti i prepotenti dirò ancora. Con me voi non l’avrete vinta mai. E poi una domenica mattina. Ancora sulla pelle il tuo profumo. A tutti i prepotenti dirò forte. Con me voi non l’avrete vinta mai (m.m.)