Sono passati esattamente quattro anni dall’esplosione repentina di Un’altra storia, l’inchiesta sul presunto voto di scambio alle comunali del 2017, tenutesi due mesi prima. Quattro anni e ancora nessuna verità, processo lunghissimo, ancora in corso. L’impatto dell’inchiesta fu assai rilevante, coinvolgendo come si diceva una volta trono e altare: al tempo moderno, la politica cittadina, sia la maggioranza che l’opposizione, ma anche la posizione del vescovo. Cambio di destinazione d’uso di un terreno, probabili interessi camorristici dietro, intercettazioni che portarono gli inquirenti a delineare i contorni della denominata inchiesta Un’altra storia, comprensiva di un mercimonio di voti per arrivare in consiglio comunale. Fu talmente rilevante da costringere il Torquato bis ad un andamento piuttosto lento – prezzo pagato anche successivamente –  con l’incubo dello scioglimento dietro l’angolo. C’è ancora tanto da discutere su quella vicenda, per capire determinati equilibri e determinati non rapporti non cristallini. Politicamente parlando, l’unico a pagare fu l’emergente Maisto, costretto a dimettersi da consigliere comunale di maggioranza. In realtà anche qualche altro avrebbe dovuto farlo, bisognava evitare di sacrificare il solo Maisto. Invece andò diversamente e dopo 4 anni, assieme a tante altre, siamo ancora a chiederci il perchè.