Lo stemma che scelse era tutto un programma. Nella sezione superiore, campo azzurro – il cielo – sono presenti alcuni segni della simbologia cristiana. C’è innanzitutto il sole, che rappresenta Cristo, Luce delle genti. Quel sole è anche un’ostia con l’iscrizione JHS: Jesus hominum Salvator – Gesù Salvatore degli uomini, Gesù Cristo unico Sole, Unico Salvatore. Il sole (colore bianco – luce taborica) è Cristo. Nel cielo c’è anche la luna (colore argento) che rappresenta la Chiesa, che è “mjsterium lunae”, che non brilla di luce propria, ma riflette l’unica luce, che proviene da Cristo. “Essendo Cristo la luce delle genti, la Chiesa che splende della Sua luce deve illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo ad ogni creatura (cf Matteo 16,15 e Lumen Gentium, 68). Nel cielo c’è inoltre la stella ad otto punte (colore oro) , icona di Maria che “brilla innanzi al peregrinante popolo di Dio, quale segno di sicura speranza e di consolazione fino a quando non verrà il Signore (cf 2Pt 3, 10 e Lumen Gentium 68). La stella ad otto punte è, nel contempo, anche simbolo dell’ “ottavo giorno”, il giorno del Signore, Dies Domini, giorno escatologico, verso il quale la Chiesa è sempre pellegrina (Sacrosanctum Concilium, 106).La sezione inferiore, campo marrone – la terra – riporta lo stemma di Sala Consilina – tre torri con la scala – per ricordare le radici, il paese natale, quel pugno di terra che ognuno porta con sé.  Nel cartiglio la citazione “Sicut Christus dilexit Ecclesiam”, tratta dalla Lettera di San Paolo agli Efesini 5,25 , vuole essere un programma: amare e costruire la Chiesa, così come ha fatto Cristo. Il tutto è sostenuto dalla croce astile sovrastata dal cappello prelatizio da cui pendono 12 fiocchi che ricorda la successione apostolica, nella quale ogni vescovo è immesso, in comunione con l’Apostolo Pietro (Christus Dominus, 2).