Antonio Gramsci, l’autore italiano più tradotto nel mondo insieme a Dante Alighieri e Niccolò Machiavelli, asseriva che ogni giorno dovrebbe essere Capodanno, per rinnovare se stessi, riprendere fiato e ricominciare a lottare con maggiore enfasi, abolendo l’odioso scadenzario degli eventi e delle date fisse prive di significato.
Gramsci aveva ragione: non occorre aspettare Capodanno per attuare buoni propositi, per fare bilanci e previsioni, per rinnovarsi spiritualmente e praticamente, per dare una svolta alla propria esistenza; infatti non ha alcun senso adagiarsi sugli allori durante il resto dell’anno, piangersi addosso, incolpare il fato, le divinità, la cattiva sorte, la società ingiusta, l’umanità scorretta e collusa e procrastinare un personale cambiamento.
Ogni giorno dovrebbe essere Capodanno per dare una svolta alla propria condizione e tentare di migliorare il generale andazzo del globo; imprecare contro un virus che ci sta mettendo a dura prova da due anni, ad esempio, è inutile e pietoso, una scusa da accantonare, come tutte quelle che ci tengono incatenati allo squallore del disfattismo e dell’immobilismo: infatti i sacrifici non si fanno a chiacchiere, né sperando nel deus ex machina che ci aiuti, ci regali lavoro, soldi, prospettive migliori, anche perché non tutti hanno la fortuna di conoscere gente influente o che semplicemente sia disposta a darci una chance. Quindi, bando alle ciance, direbbero i Maledetti Toscani di Curzio Malaparte, rimbocchiamoci le maniche e lottiamo per tutto ciò in cui crediamo: se dovremo sputare sangue, grondare sudore, toccare persino il fondo, facciamolo, non il primo dell’anno, ma tutti gli altri giorni, senza sosta e senza compromessi.
Chi tra noi può affermare senza fallo di avercela fatta da solo, senza l’aiutino? Rivegliate le vostre coscienza assopite e gli animi ormai avvizziti, liberatevi dalle catene mentali che vi tengono imprigionati ai canoni della bellezza a tutti i costi, della magrezza, del capitalismo che vi rende tutti uguali, siate dissidenti, non abbiate paura di dire la verità, pure se fa male o è vergognosa e scomoda, non omologatevi al comune sentire, indignatevi se qualcosa vi sembra ingiusto e non siate indifferenti. Mai.
Vi auguro di non accontentarvi di lauree comprate senza sforzi, di posti di lavoro acquisiti grazie a mammina o papino e ai loro conoscenti, di non aver paura di dire che quel politico o quel tizio vi ha mancato di rispetto, di dissentire di fronte a qualsiasi tipo di sopruso o di ingiustizia, di ascoltare la vostra coscienza e chiedere perdono, di riconoscere ogni errore e ricordarlo per non commetterlo piú.
Vi auguro di non scadere nel vittimismo più bieco, nelle lagne più vomitevoli, nell’ipocrisia e nella cattiveria della maggioranza. Ecco, siate pure la minoranza, ma pur sempre dalla parte del giusto, per lo meno di ciò che credete sia giusto. Siate onesti con voi stessi, pure peccando, ma senza avere alcun rimpianto.
Vi auguro di essere ancora in tempo per proferire quel ti amo celato ed ottenere una seconda o centesima possibilità, di riscattarvi dai vostri fallimenti, di non mentire a voi stessi e cercare senza indugio il dialogo con gli altri, di non arrendervi mai.
Buon 2022 a tutte e a tutti voi!
Annalisa Capaldo