Era il maggio di cinque anni fa quando il noto e stimato scafatese, scrive della “svolta di Salerno” e del referendum istituzionale.
“In piena lotta di Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazi-fascista, nella primavera del 1944 si pervenne finalmente, con il nuovo governo Badoglio a Salerno, evidentemente il secondo governo Badoglio che resse fino alla conquista di Roma da parte degli alleati (15 giugno 1944) all’approvazione del Compromesso Democratico per la nazione storicamente ricordato con “La svolta di Salerno”, progetto di democrazia concordato nel Comitato di Liberazione (già “Comitato delle opposizioni”) ed elaborato personalmente da Palmiro Togliatti segretario del PCI (Partito Comunista d’Italia).
La “Svolta di Salerno” (primavera 1944), e il REFERENDUM ISTITUZIONALE (2 GIUGNO 1946) due eventi fondamentali per la nascita della nostra Repubblica Democratica, erano stati preceduti nel tempo, a Scafati, da due episodi che lasciarono una traccia storica indelebile. Si tratta in ordine di tempo:
1) Del comizio di Togliatti nel cinema Sala Venezia tenuto nella primavera del 1944;
2) Del comizio di Emilio Sereni dal balcone del Palazzo Municipale, il 19 Marzo 1946, episodio quest’ultimo che ebbe un finale tragico.
I due episodi sono riportati rispettivamente alle pag. 15, 20 e 21 del volumetto “Il ponte sul Fiume Sarno” reperibile nel catalogo della biblioteca comunale “F. Morlicchio” di Scafati.
Si trattò di una “svolta” che aprì le porte alla partecipazione dei cittadini alla determinazione della vita della Nazione, tutti con pari dignità, riaffermando il diritto al lavoro, alla salute,all’educazione alla formazione culturale di ciascuno.
C’è da ricordare però che la prima stesura di quel “progetto di democrazia” aveva caratteristiche fortemente intransigenti di fronte alla monarchia nel senso che prevedeva pregiudizialmente l’abdicazione del re. Pregiudiziale che, su consiglio e intuizione di Togliatti, fu deciso temporaneamente da accantonare e opportunamente sostituirla con l’impegno di effettuare un Referendum Istituzionale appena completata la liberazione di tutta l’Italia dall’occupazione nazi-fascista, e finita la guerra ancora in corso. Quel necessario cambiamento di tattica e di azione del PCI fu annunciata da Togliatti stesso in una conferenza stampa, il 31 marzo 1944 a Napoli. Quindici giorni prima, il 14 marzo del 1944, il governo sovietico aveva ufficialmente riconosciuto il governo Badoglio, una mossa diplomatica che, unilateralmente, aveva anticipato il riconoscimento dichiarato anche da altri Governi Alleati.
Quindi il testo definitivo del Compromesso Democratico approvato dal Governo Badoglio, fu da quasi tutti ritenuto opportuno nel clima infuocato della lotta di Liberazione in corso, scongiurando conseguenze disastrose “di un’altra guerra civile dentro una guerra di Liberazione” che un obbligata e imposta abolizione della monarchia avrebbe potuto provocare.
L’intuizione di Togliatti si rivelò proficua e benefica per il futuro della nostra nazione democratica e repubblicana: un futuro iniziato con un condiviso referendum istituzionale di cui il 2 giugno di festeggia il 70° anniversario.
Uno dei primi diritti alla pari dignità fu certamente l’estensione del voto alle donne, la cui applicazione iniziò appunto con il referendum e contemporanea elezione dell’Assemblea costituente.
L’autore di questi appunti, all’epoca era ragazzino dodicenne ricorda di aver accompagnato la propria mamma a votare.
La sezione elettorale di appartenenza era curiosamente ubicata in periferia – località San Pietro di Scafati, distante circa due chilometri dall’abitazione. All’occorrenza, funzionava una specie di “navetta”, cioè un camioncino rumoroso e scoppiettante noleggiato dal PCI di Scafati dove fungeva da accompagnatore il compagno Salvatore Cerrato pasticciere al Corso Trieste.
E da settant’anni conserva l’amorevole ricordo che anche la sua mamma scelse di votare per la Repubblica, in sintonia col suo papà.