Ecco le parole di congedo

“La mia vita politica ed istituzionale è stata sempre e solo caratterizzata dall’appartenenza, convinta e decisa, al centrodestra ed in particolar modo al MSI ed alle sue trasformazioni successive fino a seguire, nella scelta dopo il dissolvimento del Polo delle libertà, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. A Maggio 2019, allorchè fui indicata come candidata Sindaco di FDI, ho fatto un passo indietro, senza indugio alcuno, pur di favorire l’unione delle forze di centrodestra locali a sostegno della candidatura unica e (all’apparenza coesa), e pur di liberare la città di Pagani dal governo precedente contro cui avevo sviluppato un’opposizione politica ed amministrativa senza tentennamenti nonostante gli attacchi che quotidianamente ero costretta a subire nel silenzio assordante anche del partito che rappresentavo a livello locale. Mi sono candidata in FDI, a Maggio 2019, contribuendo con lealtà – entusiasmo e con 320 voti al successo del candidato sindaco, di FDI e dell’intera coalizione, che poi ha assunto il governo della città, ignara, come ero, di “decadenze” note a pochi. Risultata prima dei non eletti di FDI, mortificata da comportamenti del Sindaco eletto e di locali esponenti “autorevoli” del mio partito ancora oggi incomprensibili, ho assistito – in silenzio e con la dignità politica ed umana che ha sempre caratterizzato la mia persona – allo sfascio di una coalizione e di un governo cui non è stato estraneo FDI ed i suoi esponenti eletti che, pur di “tenermi fuori da ogni ruolo istituzionale”, hanno indicato assessori estranei alla realtà territoriale e che nessun contributo avevano fornito alla vittoria elettorale. Pensavo, di fronte a tanto e di fronte all’assoluta assenza del partito locale completamente prostratosi ai voleri ed alle decisioni dei tre consiglieri eletti, che fosse stato toccato il fondo e che quindi, accantonata un’indegna esperienza di governo nata male e finita peggio, ci fosse stato uno scatto di orgoglio del partito, e dei suoi vertici locali e provinciali, per far si chè “il Partito” si riappropriasse del proprio ruolo politico e decisionale e inducesse un’approfondita riflessione sugli errori commessi, su cosa e perché era realmente accaduto e, soprattutto, sulla collocazione alle imminenti elezioni amministrative anticipate e sul candidato Sindaco che FDI poteva esprimere e mettere a disposizione delle successive valutazioni di coalizione.

Mi sbagliavo, tant’è che ho dovuto leggere dai media comunicati annuncianti “candidature a Sindaco AUTOPROCLAMATE” e, poi e ancor più gravemente, a conferenze stampa del Partito che aderivano a tali autoproclamazioni senza aver avuto nemmeno il coraggio di discutere in forma collegiale.

La misura è colma, l’arroganza dei soliti ha raggiunto limiti insuperabili, lo sfascio dei principi e dei valori di FDI (a livello locale) è sotto gli occhi di tutti e non lasciano più spazio di agibilità democratica a chi, come me, si è formata nel MSI di Almirante e che ha sempre rispettato e difeso “il Partito” anche quando decisioni assunte erano incomprensibili e sbagliate, come poi si è dimostrato. Se il Partito di FDI a Pagani, come è ormai chiaro ed evidente, è costituito da uno sparuto gruppo di singoli uomini e di singole donne che pensano di decidere “a nome di tutti”, se OGGI coalizioni di rigido centrodestra possono essere tranquillamente superate da un “insieme di liste” i cui rappresentanti non hanno contorni e collocazioni politiche definite, se ci si può autoproclamare “candidato Sindaco” e poi ottenere, sulla scorta di non si sa che cosa, l’appoggio ed il riconoscimento di un Partito, allora vuol dire che “tutto è saltato” e che ognuno può liberamente non accettare “imposizioni” e, quindi, decidere di porre fine, con dolore e dispiacere, a militanze svolte nel più rigoroso rispetto del “Partito”. Tanto faccio IO dichiarando, CON DOLORE E SOFFERENZA, che “SONO FUORI DA FDI” e che insieme ai tanti miei sostenitori, che mai mi hanno fatto mancare il loro sostegno umano prima ed elettorale poi, deciderò se ed in che modo continuare a fornire il mio contributo di idee ed elettorale al fianco o a favore di chi meglio, a giudizio mio e dei miei sostenitori, può rappresentare quella lealtà e quel coraggio oggi, più di ieri, indispensabili per risollevare le sorti di una città completamente prostrata e che non merita lo stato di degrado in cui è stata condotta”.