«Alla luce di questi intrecci, occorre l’intervento della Procura Antimafia di Salerno». Così Dario Vassallo, fratello di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso il 5 settembre 2010 mentre rincasava. Dario, ch’è anche presidente di una Fondazione nata in memoria del sindaco pescatore, chiede di «mettere fine al sistema Cilento» dopo le recenti indagini della guardia di finanza di Vallo della Lucania e Agropoli che vede 15 indagati al Piano di Zona S8. «È necessario fare subito chiarezza su quanto sta emergendo dopo l’operazione avvenuta due giorni fa a Vallo della Lucania ed effettuata dalla GDF della città cilentana, che ha riguardato le spese fasulle al Piano di Zona S8 che ha visto 15 indagati fino ad Agropoli con la perquisizione all’alba della lussuosa dimora di un politico locale.  Siamo al paradosso. Ci troviamo al cospetto di un sistema che va oltre ogni immaginazione. Nel Cilento si sta abbattendo una Grande Onda di Giustizia e Legalità. Non finisce qui, perché la misura è colma. Questo è il Sistema Cilento, che necessita l’intervento della Procura Antimafia di Salerno».

Vassallo chiama in causa l’operazione delle fiamme gialle che ha svolto specifici approfondimenti finalizzati, tra l’altro, all’analisi delle spese sostenute dall’ufficio del Piano di Zona S/8 nell’ambito del “Progetto Rei” (reddito di inclusione), che prevedeva il “servizio di sostegno educativo scolastico ed extrascolastico” diretto a minori appartenenti a nuclei familiari beneficiari della predetta misura di sostegno, e che vivono in condizioni di rischio sociale. Le indagini, durate quasi due anni, hanno permesso di svelare come le somme erogate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il progetto socio-assistenziale, siano state dilapidate a causa della mala gestio dei responsabili dell’ufficio di Piano. Grazie ad un’articolata e puntuale attività, le fiamme gialle Vallesi hanno scoperto le diverse condotte illecite realizzate dagli indagati.

I tasselli finalmente vanno la ricomposizione, dopo anni di depistaggi e di manovre sospette. Vassallo, che era simbolo vivente di resistenza – quella vera- ora diventa simbolo di una verità certa da portare alla luce: solo così la memoria del suo sacrificio vivrà ogni giorno con maggiore eco (anche con maggiore rabbia).