Qualche giorno fa, tra i banchi liceali del Vico. C’era il quartetto delle belle angresi composto in ordine alfabetico da Anna Atorino, Annetta Buoninconti, Orsola Mainardi e Geraldina Zito. Poi c’erano Massimo De Rosa e Massimo Padovano. Al ginnasio, in contesto altro, tutto maschile, qualcuno, per scappottarsela, diceva sono d’accordo con Padovano. Qualche mese fa, s’è parlato di Massimo Padovano come candidato a sindaco di Angri, in nome e per conto di uno schieramento abbastanza ampio. Poi qualcosa s’inceppato e lui stesso ha deciso di far marcia indietro. Però c’è stato il Covid, magari Massimo cambierà idea, non si offenda Ferraioli e nemmeno la simpaticissima Marella Cataldo, ma Angri, che tra qualche mese andrà a votare, avrebbe bisogno di una guida nuova, capace di progettare, di guardare avanti, di dialogare con le istituzioni, di attrarre fondi e risorse, di non limitarsi all’ordinario, di non guardare agli schieramenti ma alla città. Massimo, nell’era Di Vito, è stato bravissimo a Nocera. Nemo profeta in patria, dicevano i latini mentre i tifosi del Catanzaro aggiungevano anche Banelli. Ma se c’è una cosa che c’ha insegnato la peste moderna, senz’altro si tratta di far splendere le intelligenze e le competenze, ovunque e comunque. Conoscendolo, abbiamo già capito che non tornerà indietro e che ha altri progetti per il futuro, lontano da Angri ma anche da Nocera, malgrado un’interessante proposta arrivatagli da Torquato qualche tempo fa.
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3 Aprile 2024