
Nella Chiesa di Santa Marie delle Grazie a Mondragone incontro ed esposizione di manufatti tessili sacri restaurati
Un’accurata ricerca sulle forme, lo stile, il linguaggio specifico e le tecniche di esecuzione dei paramenti liturgici. Giovedì 19 giugno alle 17:30, nella Chiesa di Santa Marie delle Grazie a Napoli, è in programma la presentazione del volume-catalogo a cura di Bianca Stranieri: “Nobili orditi e trame di seta. Il patrimonio tessile sacro della chiesa di Santa Maria delle Grazie al Mondragone”, nell’ambito della collana MO.DO, Monumenta Documenta, fondata da Rosanna Cioffi e diretta da Nadia Barrella dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Sono esposti per la prima volta preziosi paramenti liturgici che vanno dal XVI al XIX secolo.
La mostra nasce da un’idea di Maria d’Elia, presidente del Museo della Moda Fondazione Mondragone e illuminata promotrice del restauro del Parato Sanfelice (XVIII sec.), per la prima volta presentato al pubblico. «L’importanza di questo incontro -spiega D’Elia – è che si inserisce nel progetto collegato al museo del sacro, già finanziato dalla regione Campania, ed è solo l’inizio di un percorso che vedrà rinascere e restaurare parte del nostro posseduto collegato all’arte sacra, tant’è che la Fondazione Mondragone è entusiasta di farsene portavoce, al punto che è nato il desiderio di avviare in un prossimo futuro una scuola di restauro tessile». Il volume raccoglie il catalogo completo dei paramenti sacri della chiesa, con una introduzione di Nadia Barrella e i saggi di Ugo Di Furia, Gloria Guida, Silvana Musella Guida, Giuseppe Pignatelli Spinazzola, Giulio Sodano e Bianca Stranieri, che illustrano la storia della fondatrice dell’annesso ritiro per giovani fanciulle, l’aristocratica Elena Aldobrandini (1589-1663) e forniscono inedite informazioni documentali sul sito e sul complesso architettonico.
«Frutto dei contributi di eminenti studiosi, il volume nasce dal desiderio di dar luce all’importante restauro avviato, – spiega Bianca Stranieri – affinché possa essere di esempio per sensibilizzare le altre istituzioni napoletane che possiedono questi inestimabili manufatti serici, proseguendo su una linea tesa a sottolineare l’importanza dei tessili come testimonianza della significativa storia dell’arte della seta a Napoli in età moderna, fiore all’occhiello dell’economia e dell’ascesa sociale delle principali famiglie aristocratiche e della storia delle alte professionalità specializzate in essa coinvolte».
Sono esposti per la prima volta i preziosi paramenti sacri, che un tempo ornavano la chiesa di Santa Maria delle Grazie sulla collina delle “Celze”, nota agli studiosi, ma molto meno ai napoletani.