
Maggio,
Con te passo a rimirar fiori che sbocciano e amori che muoiono come quelle corolle prosciugate dalle api e scosse dal vento,
Socchiudo gli occhi ma il sonno non mi vince e il cuore batte impazzito ad ogni rintocco delle lancette,
Veloce il tempo porta via con sé le speranze ingannevoli di una gioventù ormai passata e dischiude dinanzi al mio petto un futuro incerto.
Maggio,
Tanto ti ho atteso e ancor di più temuto per il primaverile desiderio di rinascita e per il riscatto di una intera esistenza,
In ogni attimo sembra celarsi il mio destino, in ogni filo d’erba il mio domani, in ogni sguardo la mia sentenza,
Ed il tepore del sole sembra voglia rinsaldare le fibre spezzare del mio corpo, come il sole che coi suoi raggi prova ostinatamente a riscaldarmi l’anima martoriata e i sensi assopiti.
Maggio,
A te m’inchino per la necessità di credere ancora nella vera estasi dell’animo mio e per infondere negli altri la fiducia smarrita,
A te chiedo supplichevole la giusta grazia di un giudizio, la dolce eco dell’Amore che fu e il fruscio tra i capelli della voce di mio padre,
A te affido i miei sogni ed ogni lacrima versata, ogni richiesta di perdono per colpe mai commesse, qualsiasi parola non detta e paure mai rivelate.
Annalisa Capaldo