
Ogni volta che si parla del concorso per dirigenti scolastici, emergono le stesse polemiche: ritardi, ricorsi, errori procedurali e graduatorie ballerine. Ma la vera domanda è: questo sistema seleziona davvero i migliori, o è diventato una lotteria con premi assegnati a caso?
Un concorso pieno di ombre
Negli ultimi anni, i bandi per la dirigenza scolastica sono stati segnati da problemi che ne hanno minato la credibilità. Basti pensare al concorso del 2017, trascinatosi tra annullamenti e sentenze, o alle correzioni sospette degli scritti nel 2024. I criteri di valutazione sembrano spesso opachi, con commissari che danno giudizi discordanti e candidati che passano o vengono esclusi senza spiegazioni convincenti.
E poi c’è il nodo delle tempistiche: si frequenta un concorso per anni, poi si svolge in fretta e furia, e alla fine fioccano i ricorsi. E mentre tutto si blocca nei tribunali, le scuole restano senza dirigenti stabili, con regenze che si accumulano e istituti affidati a presidi già oberati.
Sorteggio delle tracce o fuga di informazioni?
A rendere ancora più torbida la situazione, c’è un’indiscrezione che sta facendo il giro dei social: pare che le tracce della prova scritta siano state inviate dal Cineca agli Uffici Scolastici Regionali ben 48 ore prima del loro svolgimento. Se fosse vero, perché si è scelto di procedere in questo modo? Perché non è stato fatto il sorteggio il giorno stesso, come avvenuto nel 2018? Chi garantisce che in questo lasso di tempo le tracce non siano state rese note, anche solo parzialmente, a qualcuno?
Se queste voci trovassero conferma, ci troveremmo di fronte a una gestione della selezione quantomeno discutibile, che mette in dubbio la trasparenza dell’intero concorso. Possibile che nessuno abbia previsto il rischio di una fuga di informazioni?
Un palese conflitto di interessi?
Ma c’è di più: come mai una candidata, in attesa di svolgere la prova orale, risulta essere formatrice nei corsi per i neoassunti dirigenti scolastici in Campania, Sicilia, Puglia, Sardegna e Marche? E com’è possibile che la stessa persona ricopra già il ruolo di dirigente tecnico presso l’USR Campania?
Questa situazione solleva enormi interrogativi sulla compatibilità del ruolo e sull’integrità dell’anonimato nella selezione. Come può un candidato essere contemporaneamente esaminando ed esaminatore, o comunque avere un ruolo attivo nella formazione di coloro che hanno già superato il concorso? Quali garanzie ci sono che la sua partecipazione sia avvenuta nelle stesse condizioni degli altri candidati?
Chi ci guadagna?
Davanti a tutto questo, la domanda è inevitabile: chi trae vantaggio da un concorso così caotico? Sicuramente non le scuole, che restano in balia di continui cambiamenti, né i candidati, costretti a investire tempo e denaro in corsi di preparazione per un concorso dal destino incerto.
Se il concorso per dirigenti scolastici deve essere il pilastro della meritocrazia nella scuola italiana, perché sembra invece un percorso pieno di ombre e sospetti? Perché non si garantisce una selezione realmente equa e trasparente?
Forse è arrivato il momento di pretendere risposte.