
Innanzitutto auguri alla Nocerina che compie 115 anni e a mia figlia Gloria, la primogenita, che “finisce” i suoi 19, come avrebbe detto mia nonna Lelena. Sí, in effetti, oggi termina il suo 19esimo anno di vita per poi cominciare il 20esimo.
La Nocerina in pochi l’amano sul serio, molto la usano per i loro subdoli scopi politici, così come i santi e le persone manipolabili.
Ma di San Giuseppe Moscati (o di San Ciro) ne nasce uno ogni millennio e al momento in giro vedo solo pusillanimi con frasi fatte e block notes davanti.
Auguri a Gloria, ormai donna, nata in modo spontaneo il 1° febbraio davanti a quello stadio ove non mi è mai piaciuto fare la “prima donna”, nemmeno nelle vesti di giornalista, anche perché se ne vedono talune sugli spalti (e non solo) che la penna in mano non sanno nemmeno tenerla e che conoscono in modo quantomeno forfettario la lingua italiana, come del resto si evince dai loro non articoli scritti. Se poi una chioma bionda e un seno prorompente fanno di una capra una giornalista allora il filo diretto è spezzato per sempre e un microfono fa miracoli!
Ma oggi non si fanno polemiche, oggi è festa doppia, è festa grande!
Che la Nocerina possa continuare a farci battere il cuore e che mia figlia resti fuori dal gregge, pur conoscendolo: la prima mi regali la gioia della categoria superiore (che ridimensionerebbe anche l’ineluttabile spocchia dei Cavajuoli) e la seconda continui a leggere e a comprendere Machiavelli, Dostoevskij, coltivando sogni e soddisfacendo ambizioni e viaggiando fuori dal borgo selvaggio.
Il Principe di Machiavelli, manuale politico che tutti quelli che ambiscono a farla dovrebbero leggere almeno una volta nella vita, era forte come un leone e astuto come una volpe, invece sia a livello nazionale che locale ci ritroviamo uomini sciacalli e dinne avvoltoi.
L’Idiota di Dostoevskij descrive, altresì, un uomo di pura innocenza, è anch’egli un principe, ma questi si ritrova a sentirsi un estraneo in una società ossessionata dal denaro, dal potere e dalla manipolazione. Riporto una sua frase che calza a pennello sia sul principe cacciuttiello, sia per le serve sciocche e i lacchè: “Non c’è nulla di più irritante che essere ricco, di buona famiglia, avvenente, colto, intelligente e perfino buono e, al tempo stesso, non possedere nessuna attitudine speciale, nessuna originalità o almeno un’idea che possa dirsi veramente personale.”
Forza Molossi ed evviva Gloria!
Nessuna delle due possa mai ricercare ciò che le spetta per legge pur non essendo decoroso, sbeffeggiando il proprio ruolo: perdonatemi se citerò un’ultima volta Dostoevskij, ma è necessario tentare di spiegarlo a chi ha l’onore di trattare settori preziosissimi e delicatissimi come se non sapessero cosa siano: “Oggi c’è più ricchezza ma meno forza; nessuna idea sa unire i cuori : tutto è rilasciato, rammollito, sfatto. Tutti noi, tutti noi siamo sfatti!”.
I nostri cuori sono sfatti, ma i cervelli nemmeno scherzano e a nulla vi serviranno appunti scritti da altri, raccomandazioni ai santi e alle madonne, la parvenza di brave persone, staff raffazzonati, se poi coi fatti dimostrate il nulla.
Del resto non siamo mica tutti idioti?
E allora facciamo festa oggi con la Nocerina in bocca e la Gloria nel cuore! Saliamo sul carro pre carnevalesco come dietro ad una processione e brindiamo senza pensare troppo alla religione, alla politica, alle vere ingiustizie sotto gli occhi di tutti.
In fondo salti chi può, domani è un altro giorno!
ANnalisa Capaldo