L’amore ai tempi del colera è un romanzo di Gabriel Garcia Marquez che ho letto qualche decennio fa, ambientato in Colombia, nella sensuale ed intrigante città di Cartagena che poco o nulla ha a che fare con Nocera Superiore, che per titolo dovrebbe avere la politica ai tempi dei ricorsi.
Qui non vi è nulla di magico, ma la trama del romanzo mi ha fatto ricordare la tenacia e la perseveranza del protagonista, Fiorentino, il quale innamorato di Femina, ha atteso decenni prima di coronare il suo sogno d’amore con lei.
Hic et nunc, nel paese in cui sono cresciuta, vedo tanta gente che persevera nelle proprie ambizioni, famiglie tenaci ed immortali che per raggiungere il potere sarebbero capaci di vendere la propria anima al diavolo. Non c’è bisogno di scomodare o di far risorgere partiti politici nella mia città, bastano i soliti nomi e le abituali promesse per centrare l’obiettivo.
Ed è a questo punto che subentrano ricorsi e collette ad hoc per cercare di salvare il salvabile: se la giustizia deciderà che le elezioni vanno annullate Nocera Superiore resterà senza i propri rappresentanti eletti e verrà commissariata. Un danno non solo all’erario statale (le elezioni costano circa 90mila euro) ma alla cittadinanza intera, che poi dovrà ritornare alle urne e votare di nuovo i soliti noti, che come Fiorentino, avranno la testardaggine di ricandidarsi.
Gli intellettuali non vanno in televisione, soleva dire un caro filosofo di mia conoscenza, così come la gente perbene non si sporca con la politica, fatta eccezione per qualche anima pia che si fa davvero in quattro per il bene comune.
Senza validi antagonisti, però, vinceranno sempre gli stessi e senza le cosiddette conoscenze le persone di spessore e di sani valori resteranno a casa,; è come un cane che si morde la coda, insomma.
Non credo, tuttavia, che dovremmo fare spallucce ed accontentarci sempre della poca partecipazione alla cosa pubblica, come non credo sia corretto essere obbligati a prendere il ticket per entrare in un ufficio pubblico depositando anche il proprio documento di riconoscimento.
È arrivato il momento di prendere coscienza della situazione, è necessario che la gente non voti più per l’amico di turno, ma che scelga davvero con cognizione di causa i rappresentanti più adatti a ricoprire cariche pubbliche.
Al 20 novembre l’ardua sentenza!
Annalisa Capaldo